Presentazione
Se
per un attimo ci si distrae dalla realtà che ci circonda riuscendo a
staccare la mente che tutto analizza e tutto vuole spiegarsi e spiegare;
se
ci si riesce ad abbandonare, così come qualche volta capita quando
l’occhio si incanta e si sofferma assente in un punto, senza capire di
questo alcun significato, allora è possibile entrare in un mondo che è
pur sempre presente, ma che non ci si manifesta se non con una speciale
predisposizione d’animo.
Questa
è la posizione del bambino, ancora legato alla sua condizione prenatale
che via via, man mano che cresce, condizionata da convenzioni ed
educazione, va dissolvendosi.
Ci
resta sempre la possibilità del sogno.
Ma
spesso releghiamo anche questa in un ripostiglio, in mezzo alle tante cose
inspiegabili che non ci interessano, in questo mondo supertecnologico,
dove le uniche alterazioni della realtà che accettiamo sono quelle del
“fanta-virtuale”.
Ed
allora la necessità di
un viaggio in quell’intermondo sospeso tra cielo e terra, dove non c’è
né spazio né tempo, e dove la ragione si smarrisce.
Ci
vengono incontro, aiutandoci in questo meraviglioso viaggio, usi e
tradizioni, che affondano le loro radici nel mito.
Inizia
la “danza” del Mundus Imaginalis, lo spiritello un po’ svanitello di
Balla, che durante una immaginaria
e farsesca seduta spiritica, in una lingua aliena, ci spinge ad
osservare finalmente quanto amore ci circonda e ci invita ad una danza
gioiosa.
Si
prosegue con emozionanti cacce ai tesori (Trova l’oru) in magici
luoghi in cui, dopo complicati rituali, ti puoi accorgere che il vero oro
è dentro te.
E
poi, angeli mediterranei, assieme ad angeli di altre culture del pianeta,
con divinità pastorali e madonne protettrici dei pescatori, tutti insieme
in una danza cosmica, sulle note di una musica che in alcuni tratti è un
silenzio notturno di una vallata, che si trasforma in un delicato
tintinnio di campanelli ai piedi di gnomi, elfi ed altre mille creature
venute fuori da fiabe e leggende.
Il
vecchio lupo che ulula alla luna (U lupu e a luna) non fa più
paura ai bimbi; forse fa più paura agli adulti il mistero di questa vita,
per questo preferiamo non varcare quella soglia del sogno e rimanere nella
dimensione del “due”, anche se in fondo ognuno intuisce di avere in
qualche parte dentro di sé una saggezza che ci indica il cammino verso il
ricongiungimento (Androgino).
Ed
allora per concludere il viaggio, via con la danza del Ciclo e con
la trasformazione, attraverso il gioco della vita e della morte, in
essenza…
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